domenica 16 giugno 2013

Il rito

Gli antichi salici sussurravano nella brezza notturna, accompagnati dalle dolci fragranze trasportate dal fiume, che procedeva mesto e silenzioso nel suo incedere inesorabile. I grilli alzavano il loro monotono canto alla luna, e gli echi del vociare degli animali notturni si perdevano nella valle come bisbigli appena percettibili.
Di tanto in tanto si levava un suono nuovo, sconosciuto, estraneo a quel piccolo momento di idilliaca tranquillità, e spezzava per un istante la magia di quella notte di fine estate. Era una voce umana, o così avrebbe giurato qualunque possibile testimone di quella manifestazione auditiva, tuttavia sembrava tuonare dal cielo, dall'oscurità imperscrutabile che dominava tutto dall'alto, e rimbombava nell'aria tiepida con un'intensità sconcertante. Subito dopo questa voce, sembravano levarsi dei brevi cori, o canti, che terminavano bruscamente nel giro di pochi secondi, seguiti da un basso ruggito di tamburi, ed infine da un'agghiacciante urlo di donna. Andava avanti così dalla mezzanotte, e Thomas Landegaard avrebbe giurato sulla testa della sua giumenta preferita che sarebbe cessato tutto allo spuntar dell'alba. Quello che stava succedendo, di qualunque cosa si trattasse, lo agghiacciava. Erano dieci notti che veniva svegliato a mezzanotte da quelle voci oscene, ed erano dieci notti che si allontanava dalla sua fattoria armato di fucile per andare a vedere cosa diamine stesse succedendo, e, come le nove notti precedenti, anche stavolta si era fermato sulla soglia del fiume, incapace di andare oltre, di superare l'ultima asperità rocciosa che gli avrebbe rivelato la natura di quei suoni così spaventosi. Forse era meglio non sapere. Forse sarebbe stato meglio tornarsene alla fattoria, dalla sua famiglia, e pregare affinché quegli orrori, della cui natura l'uomo non era affatto certo, restassero li dov'erano, senza interessare lui e la sua vita semplice ed onesta. L'unica remora che lo tratteneva da un dietrofront immediato era legata a quelle urla di donne. Cosa stava loro capitando? Voleva veramente saperlo? No. Di questo ora era quasi certo. Si, avrebbe fatto così. Sarebbe tornato a casa e avrebbe pregato, e avrebbe dormito con un occhio aperto e con il fucile a portata di mano.
Si voltò, esitò un'ultima volta, quindi si avviò lungo il sentiero erboso che serpeggiava in mezzo alla valle fino alla sua fattoria. Superò le enormi radici secche di un salice morto da lungo tempo e discese lungo un canalone circondata da alti cespugli rigogliosi. Dopo non molto giunse in vista della fattoria, e proprio mentre varcava il cancelletto di legno che delimitava la sua proprietà, l'eco lontano di un ultimo grido di donna lacerò la quiete della notte. Voltatosi, Thomas Landegaard intravide un bagliore rossastro giungere da dietro le colline scure,e rimase inorridito nel constatare che non si trattava del sorgere del sole. Un odore acre, insistente e nauseante raggiunse le sue narici, spandendosi nell'aria come un'esalazione velenosa. L'uomo sussultò violentemente: era odore di carne bruciata.

Nessun commento:

Posta un commento